A proposito del 2020 si possono dire tante cose, ma sicuramente sarà ricordato come l’anno che ha sconvolto le nostre vite: da quel momento in poi nulla è stato più come prima e ci siamo trovati tutti a fare i conti con una realtà nuova, diversa, a volte incomprensibile, ma dominata da un nemico invisibile, ovvero il coronavirus, responsabile dell’insorgere della Covid-19. Questa malattia continua a colpire tantissime persone in ogni angolo del mondo. Il suo impatto è stato inaspettato ed è arrivato a distruggere o compromettere le certezze di molti di noi. Anni dopo, continua a farlo e non sappiamo come sarà i futuro, ma sappiamo quanto ha influito sulle nostre certezze negli ultimi due anni.
Qui vogliamo vedere come e quanto il Coronavirus abbia avuto un impatto sulla realtà dei casino terrestri.
Non solo le vite di ognuno di noi hanno dovuto subire drastici cambiamenti, ma anche molte attività hanno fatto i conti con una realtà nuova, diversa, che spesso le ha portate alla chiusura se non permanente, momentanea.
Anche gli appassionati di gioco d’azzardo hanno dovuto rivedere le proprie abitudini, anche se c’è da dire che il lockdown e l’obbligo di rimanere a casa hanno paradossalmente facilitato l’accesso ai casinò online. Il divieto di lasciare la propria abitazione per motivi non essenziali e per lo svolgimento di attività di carattere ricreativo, ha sicuramente incrementato la quantità di tempo trascorso davanti ai computer ed agli altri dispositivi per la navigazione a internet.
Tuttavia, la chiusura totale ha necessariamente coinvolto i casinò reali che per forza di cose hanno per lunghi mesi dovuto interrompere la propria attività. Non è stato sicuramente un bel periodo per l’intero paese, sia da un punto di vista sanitario che economico e insieme alle migliaia di vittime e di pazienti in ospedali si è assistito anche alla scomparsa di numerosi esercizi travolti dal lockdown, ma anche i casinò reali hanno dovuto fare i conti con sensibili cali nel fatturato.
Le tre case da gioco italiane attive, hanno comunque riaperto tutte i battenti, anche se oggi la parola d’ordine è diventata sicurezza e quindi riorganizzazione a causa della situazione sanitaria ancora in divenire.
IL COVID-19 E LA RISPOSTA DEI CASINO REALI ITALIANI
Il Covid-19 ed il Casino di Sanremo
Ne è un esempio il Casinò di Sanremo durante il periodo compreso tra marzo e giugno 2020 ha registrato una perdita di circa 100.000 euro di introiti al giorno, come sottolinea il presidente del consiglio di amministrazione Battistotti. La riapertura del 16 giugno 2020, come tiene a precisare il personale del customer care da noi contattato, è coincisa ovviamente con l’adozione di un rigido protocollo sanitario che prevede numerose misure per consentire a dipendenti e visitatori di frequentare le sale del casinò in totale sicurezza e tranquillità. In particolare, i tre ingressi del casinò sono stati dotati di termo-scanner per la misurazione della temperatura di impiegati e clienti. Ovviamente, l’accesso ai locali verrà interdetto a chi farà registrare un valore pari o superiore a 37.5 °C.
D. Quali altri soluzioni adotterà il Casinò di Sanremo per contrastare il virus?
R. All’interno del casinò verranno utilizzati soltanto set di fiches sottoposti periodicamente a processi di sanificazione, mentre giocatori e personale sono tenuti a indossare i guanti. Per quanto riguarda le misure di distanziamento tra i giocatori e tra questi e i croupier, ai tavoli sono stati installati dei pannelli in plexiglas. Inoltre, per ridurre i rischi di contagio, ai tavoli potranno prendere posto soltanto quattro giocatori alla volta, mentre per favorire il mantenimento della distanza metà delle circa 450 slot machine presenti nel casinò verranno spente, secondo uno schema a scacchiera. Sul rispetto delle norme del protocollo, vigileranno degli addetti del casinò specificamente preposti a tale funzione.
D. E le mascherine? Saranno obbligatorie o facoltative?
R. Ovviamente, è obbligatorio l’uso delle mascherine e sono presenti delle postazioni con dispenser di gel disinfettante, mentre per impedire la formazione di assembramenti, sono stati predisposti dei percorsi obbligati dotati di apposita segnaletica.
Purtroppo, il prezzo da pagare per il casinò rimane molto alto, dal momento che tutti gli eventi mondani e vari tornei sono stati annullati o rinviati, i ristoranti Roof Garden e Biribissi rimarranno chiusi a eccezione del venerdì e del sabato, mentre il bar e il bistrot saranno aperti regolarmente. Il presidente Battistotti ha rivolto un ringraziamento anche ai dipendenti per i sacrifici sopportati durante questi mesi e per aver accettato la cassa integrazione con molta disponibilità e collaborazione. Naturalmente, l’afflusso della clientela sarà sottoposto a monitoraggio, pertanto potrebbe essere opportuno effettuare la prenotazione.
AGGIORNAMENTO: Rispetto a quando quest’intervista è stata condotta, le cose sono un po cambiate. Non c’è più un limite al numero di persone che possono sedere allo stesso tavolo da gioco, ma c’è un limite agli accessi effettuabili. Per esempio nella sarà slot, non possono entrare più di 115 persone nello stesso momento.
Ovviamente resta in vigore la richiesta dell’uso di mascherine (FFP2), ma i ristoranti sono tornati ad essere operativi e ad ospitare numerose ed interessanti iniziative.
Il covid-19 e il Casinò di Venezia
Una situazione per certi versi simile ma con molte differenze interessa il casinò di Venezia. La chiusura delle due sale, quella storica sul Canal Grande di Ca’ Vendramin Calergi e quella più recente di Ca’ Noghera, ha determinato una perdita in termini di introiti che è stata calcolata in circa 30 milioni di euro. Il lockdown, tuttavia, specie per Ca’ Noghera è diventata anche un’occasione di rilancio. Questa sala da gioco, infatti, aveva intrapreso già nel corso del 2019 un profondo restyling terminato con l’inaugurazione del 24 agosto. La struttura, con qualche ritardo sulla tabella di marcia dovuto alla sospensione dei lavori durante i mesi di marzo, aprile e maggio, è stata ampliata di circa 1400 metri quadri, tanto che adesso la superficie a disposizione dei clienti è stata portata a oltre 6000 mq. L’ingrandimento dei locali consentirà a Ca Noghera di ampliare il numero massimo di giocatori presenti nelle sale (portandolo da 625 a 900) senza venire meno alle norme sul distanziamento.
D. Con quali misure di difesa dal coronavirus avverrà la riapertura di Ca’ Noghera?
R. Il protocollo sanitario adottato a Venezia è rigido e al passo coi tempi, ma è comunque realizzato in modo tale da non rendere frustrante l’esperienza di gioco dei clienti. L’amministrazione, infatti, ha investito molto sulla sicurezza dei propri clienti installando oltre 1000 metri quadri di divisori in plexiglass (posti sia ai tavoli sia tra le slot machine e gli altri giochi elettronici), una misura grazie alla quale non è stato necessario ridurre il numero di tavoli e di slot all’interno delle sale. Le altre misure anti-contagio prevedono la presenza di cinque giocatori al massimo per ogni tavolo, mentre i dipendenti saranno tenuti all’utilizzo di mascherine (obbligatorie anche per i visitatori) o, eventualmente, di visiere protettive. All’ingresso, dipendenti del casinò verificheranno la temperatura corporea dei clienti tramite i classici termo-scanner e la medesima procedura verrà svolta per chi accede dai parcheggi. Sul pavimento sono stati realizzati degli appositi percorsi in modo da regolare i flussi e impedire il mancato rispetto della distanza di sicurezza. Il personale provvederà alla costante igienizzazione dei dispositivi di gioco, mentre all’interno saranno presenti flaconi di gel disinfettante a disposizione dei clienti.
AGGIORNAMENTO: Anche nel caso del Casinò di Venezia, all’ingresso è necessario mostrare di essere in possesso del Super Green Pass, è richiesto il distanziamento sociale ed è previsto l’ingresso alla struttura ad un massino di 986 persone.
Anche Saint Vincent riparte dopo il lockdown
Il lockdown ha colpito molto duramente anche le casse del casinò di Saint Vincent, la cui chiusura è stata per fortuna scongiurata grazie alla riapertura avvenuta il 15 giugno. Anche per la sala da gioco valdostana, infatti, l’emergenza coronavirus ha reso necessari dei lavori di adeguamento al fine di rendere i locali del casinò sicuri per i giocatori anche dal punto di vista sanitario.
D. Quali norme dovranno rispettare i giocatori a Saint Vincent?
R. L’amministrazione del casinò chiede ai clienti di rispettare alcune importanti prescrizioni quali ad esempio il rispetto della distanza sociale (pari ad almeno un metro e mezzo), l’impiego della mascherina di tipo chirurgico per l’intera durata della visita, l’igienizzazione delle mani con una certa frequenza (a tal scopo, all’interno dei locali saranno presenti varie postazioni con dispenser di gel.
D. Ho qualche linea di febbre o sono stato male alcuni giorni fa: posso entrare al casinò?
R. No, per accedere al casinò, i visitatori dovranno essere sottoposti a controllo della temperatura tramite termo-scanner e garantire di non aver avuto, nei 14 giorni precedenti, sintomi quali febbre superiore a 37.5 °C, tosse, problemi alla respirazione e perdita di olfatto e gusto (che, com’è ormai noto, rappresentano i principali campanelli d’allarme per l’infezione da Covid-19). In aggiunta, vige in capo ai giocatori l’obbligo di assicurare sotto la propria responsabilità di non essere risultati positivi al Covid-19, di non aver avuto contatti nelle ultime due settimane con persone sintomatiche o a cui è stata diagnosticata l’infezione né di essere soggetti all’obbligo di quarantena o isolamento fiduciario. Per favorire il rispetto delle misure sanitarie, gli ambienti e gli spazi tra tavoli e slot sono stati riorganizzati mentre i mazzi di carte, le chips nonché gli spazi di gioco vengono sottoposti a disinfezione. Infine, i flussi della clientela sia in entrata che in uscita sono regolati tramite appositi percorsi dotati di segnaletica.
AGGIORNAMENTO: I giocatori che vogliono recarsi presso il Casinò di Saint Vincent, devono mostrare all’ingresso la Certificazione Verde Rafforzata o il Green Pass.
IL COVID E LA RISPOSTA DEI CASINO ESTERI
Cosa succede all’estero? Nonostante la pandemia, il gioco d’azzardo non si ferma
La situazione italiana rispecchia a grandi linee quella di altri paesi europei come Principato di Monaco, Spagna, Slovenia e Francia, dove la maggior parte le sale da gioco hanno riaperto dopo alcune settimane di lockdown totale. Proprio come avviene in Italia, anche all’estero le riaperture sono state accompagnate da misure come:
Distanziamento sociale
Inserimento di pannelli divisori
Rilevazioni della temperatura all’ingresso e divieto di ingresso per chi fa registrare un dato superiore ai 37,5-38 gradi
Installazione di percorsi per gestire meglio l’entrata e l’uscita dei clienti
Riduzione della capienza e in certi casi anche del numero di tavoli e di slot machine
Posizionamento di dispenser di gel in vari punti dei casinò
Procedure di disinfezione dei locali e delle attrezzature di gioco
Obbligo di mascherina per clienti e dipendenti (o, in alternativa, laddove previsto, della visiera facciale)
Un discorso a parte va fatto invece per la capitale mondiale del gioco d’azzardo, ovvero Las Vegas. La pandemia negli Stati Uniti, complice la mancata adozione di misure draconiane, ha colpito molto duramente il settore, ma sono numerose le sale che hanno deciso di riaprire. Anche in America, i clienti vengono sottoposti all’esame della temperatura corporea mentre e l’obbligo delle mascherine è previsto per tutti a prescindere dalla situazione vaccinale. Inoltre i giocatori vengono invitati al mantenimento della distanza interpersonale di sei piedi (circa un metro e ottanta) e vengono applicate specifiche misure per la circolazione all’interno delle strutture di gioco. Per il pubblico italiano sicuramente non rappresenta una novità, ma la pandemia ha finalmente convinto gli statunitensi a vietare il fumo all’interno dei casinò in quanto considerato veicolo di trasmissione del virus. Sia le aree rivolte al gioco che quelle destinate allo svago vengono sottoposte continuamente a processi di sanificazione e anche oltreoceano sono comparsi i già citati pannelli in plexiglass e si è deciso di ridurre la capienza insieme al numero di giocatori per ciascun tavolo.
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